LE PANACHE DE CYRANO DE BERGERAC
Lingua: Francese A2
Genere: commedia musicale, metateatro.
Durata: 1h 15 min.
Temi trattati: onore, amore, amicizia, fedeltà, bullismo.
Materiale preparatorio: copione audio, copione in lingua originale, copione in italiano e schede didattiche
NOTE DI REGIA
La nostra storia inizia con un sipario già aperto, e tutto l’occorrente per mascherare e animare la vera vita in bella mostra sul palcoscenico: i costumi, i fari, i bauli, tutto è là ad annunciare il grande evento. Viene annunciato un incredibile “Cyrano”, caposaldo dello stile e del dramma francese in versi, portato in scena nientedimeno che dalla compagnia del leggendario “Armand de Montfort”, conosciuta in tutto il mondo per lo sfarzo della sua produzione, per la ricchezza delle sue messe in scena, per la capacità istrionica dei suoi formidabili attori.
Peccato però che questo esista solo sulla carta.
Già, perché il povero Armand de Montfort, brillante attore ma incauto impresario, tutto può fare meno che rendere sfarzosa la sua produzione: e così, nell’oscurità del palco non ancora del tutto illuminato, la folla lo sorprende intento a raccogliere le sue quattro cose in valigia e pronto a fuggire. Ma gli stessi attori della sua compagnia, ai quali aveva promesso ancora più grandiosità che non allo stesso pubblico, lo sorprendono e lo bloccano inferociti.
Armand, messo alle strette, gioca il tutto e per tutto: solleticando le vanità dei suoi colleghi e sfidandoli con un autentico duello a una prova attoriale, li convince a regalare al pubblico una leggendaria versione del dramma. Ed ecco quindi che la storia del guascone diventa la storia di quegli uomini: personaggi dotati di talento, senza alcuna paura del confronto con chiunque, ma terrorizzati dalla propria paura di non essere all’altezza.
Così il dramma in cinque atti scorre come in un gioco di specchi, dove l’onore prepotente di Cyrano sembra riflettere il carattere portentoso degli attori, abili nel trasformare i versi del testo in balli, canti e mimiche e nel cambiare continuamente ruolo.
Viene mostrato lo stadio più puro dei sentimenti, capace di rendere vivi e reali quei dilemmi che accompagnano tutti i presenti, gli attori sul palco e il pubblico stesso, dai più giovani ai più adulti, mantenendo lo stile perfetto e musicale dei versi originali dell’autore.
La storia corre dal teatro di Palazzo Borgogna alla pasticceria del simpatico Ragueneau, si commuove sotto la finestra di Rossana e rimbomba dei cannoni nel campo francese della battaglia di Arras, fino a spegnersi, sotto la pallida luce di una luna di cartapesta, nel giardino del convento dove Cyrano sparisce per sempre, tra le braccia della donna che aveva amato più della follia ma attraverso il corpo di un altro.
Ed è forse nella storia d’amore tra Cyrano e la bella Rossana, che trascina tutte le altre vicende e personaggi presenti nella pièce, che troviamo la metafora più vera di questo “classico”: l’esempio di Cyrano, uomo pronto ad un destino di povertà, di solitudine e “a far da suggeritore, e meritar l’oblio!” pur di vivere libero, e di far vivere di libertà i suoi talenti, è quello a cui tutti siamo invitati.
La morale? Qualunque sia il nostro percorso, l’unico modo per non perdere mai è quello di salire sul palco in cui ci ritroveremo ad esibirci restando sempre noi stessi, battendoci con tutti i nostri talenti, indossando fieri il nostro “panache”, il nostro pennacchio, il nostro stile.
Guadagnandoci il premio più ambito: l’applauso del pubblico.